Avviso di lutto: Suor Orsola Caravaggi

Carissimi,

                   la mattina del 3 marzo 2012, dalla Casa di Orta San Giulio,

il Signore ha chiamato all’eternità

 

Suor ORSOLA CARAVAGGI

 

Nata a Lograto (Brescia), il 24 agosto 1930    

Professa a Pella (Novara), il 5 agosto 1952

Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice”

 

Orsolina (come veniva chiamata) è la primogenita di tre sorelle e sei fratelli, e in famiglia riceve una buona testimonianza cristiana. Trascorre la giovinezza tra casa e chiesa, frequenta la parrocchia, si iscrive ai gruppi di Azione Cattolica e all’Associazione delle Figlie di Maria. Scrive nelle sue note autobiografiche: “Il desiderio di essere della Madonna m’infervorava sempre di più”.

Conosce le Figlie di Maria Ausiliatrice grazie ad una cugina e, dopo una breve permanenza con le suore, decide di seguire la stessa strada.

Entra all’Istituto “Immacolata” di Novara alla fine del 1949 e il 31 gennaio 1950 viene ammessa al postulato. Vive gli anni di formazione con serenità e impegno, sentendosi in una vera famiglia, “amata dalle superiore e più che sorella con le compagne”.

Dopo la professione inizia subito il suo servizio alla comunità come cuoca nelle case di Crusinallo (Verbania), dal 1952 al 1958, e di Breme Lomellina (Pavia), dal 1958 al 1963.

Si ammala però e, per quattro anni, è nella comunità di Novara “Immacolata”, in cura e riposo. Riacquista la salute e rimane nella stessa casa per oltre quarant’anni, dal 1967 al 2011: fino al 2008 come portinaia, poi prestando qualche aiuto in comunità fino agli ultimi mesi del 2011, quando è accolta, ormai molto fragile, nella casa di Orta San Giulio.

Una vita vissuta nella fedeltà al quotidiano, in cui Suor Orsolina dice di aver compiuto “giorno per giorno il dovere assegnato dalle superiore, con amore e responsabilità”.

È quanto confermano le consorelle vissute con lei: nel suo compito di portinaia e telefonista, univa grande accoglienza a prudenza e vigilanza. Era arguta nelle sue battute evangelicamente sapienti. Conosceva più generazioni di allievi e famiglie della scuola, di exallieve/i e cooperatori, accoglieva confidenze e riceveva affetto da moltissime persone, che aiutava ascoltando con partecipazione.

I poveri della zona che bussavano alla porta passavano a parlare un po’ con la ‘suora piccola’; erano i suoi prediletti e ne ricevevano alimenti e vestiario che si impegnava a raccogliere per loro. Per qualche tempo, negli anni ’90, gestiva un vero e proprio servizio mensa per gli immigrati, che in portineria ogni sera ricevevano un po’ di cibo, ma soprattutto il suo sorriso buono. La stessa cordiale accoglienza usava con le consorelle: se poteva andare incontro a un bisogno, lo faceva con gioia. Aveva un fare semplice che si attirava la simpatia di tutti. Offriva il suo servizio sempre con il sorriso e la gentilezza, senza guardare sacrifici e senza far pesare i suoi disagi di salute.

“Sono contenta di essere salesiana”, afferma nei suoi ricordi. E le testimonianze parlano del suo amore per i giovani, della sua gioia di vivere con loro, specialmente nei mesi estivi nella casa alpina di Malesco: cercava di fare del suo meglio, non rifiutando la fatica per organizzare la permanenza delle suore e dei ragazzi, godeva di essere invitata alle loro feste e alle varie attività. Ha sofferto quando non ha più potuto andare a Malesco, come quando ha dovuto lasciare la portineria, ma ha ricuperato velocemente il suo buon umore nella situazione di infermità.

È bello notare che la sua vita si è svolta tra due date mariane: era nata il 24 agosto, commemorazione mensile dell’Ausiliatrice; Maria Santissima le ha aperto la porta del Paradiso all’alba del primo sabato del mese di marzo.

L’Ispettrice                            

    Sr Angela Schiavi                        

Audio ricordi